Volontariato

Acqua all’arsenico in Bangladesh, che fare?

L’ong Peacewaves mobilita le scuole italiane per depurare l’acqua dei pozzi del Bangladesh. Con un filtro per l’acqua salvi diecimila persone.

di Barbara Fabiani

Ecco una di quelle iniziative che dimostrano come momenti pensati per la crescita della consapevolezza solidale tra i giovani si possano trasformare nelle proverbiali ?palle di neve? che rotolando giù per il crinale diventano sempre più grandi. I ragazzi del coordinamento di scuole superiori Peacewaves e la giovane Afifa Raihana dell?UNEP (il programma delle nazioni unite per lo sviluppo), si sono incontrati lo scorso ottobre a Perugia nella sessione giovanile dell?Onu dei popoli. Afifa ha raccontato ai ragazzi come a causa della situazione geologica del suo paese, il Bangladesh, la salubrità delle acque sia gravemente compromessa: una minaccia insidiosa, l?arsenico, filtra dalle rocce ed entra nelle falde acquifere contaminando i pozzi. Migliaia di persone l?anno muoiono per un lento avvelenamento da arsenico attraverso l?acqua ingerita, un?intossicazione che impiega anche tre anni per portare alla morte. Nel frattempo la vittima si indebolisce fino a non potersi prendere cura di se stessa e della famiglia, il suo aspetto fisico viene devastato; come se non bastasse, se si tratta di una donna questi motivi sono spesso la causa di abbandoni da parte dei mariti. Poiché non si può rinunciare all?acqua e ben l? 80% dei pozzi nelle zone rurali in Bangladesh sono inquinati, tutti gli abitanti sono a rischio di avvelenamento. ?Al momento è impossibile depurare le falde acquifere ma basterebbero dei filtri ai pozzi per scongiurare l?avvelenamento? ha detto Afifa, sottolineando che ogni filtro costa 25 dollari (circa 55milalire) e può salvare la vita a 10mila persone. Gli studenti italiani partecipanti alla sessione giovanile dell?Onu dei popoli hanno ascoltato il racconto di Afifa e hanno subito considerato la possibilità di contribuire a risolvere il problema, appoggiandosi ad una delle associazioni organizzatrici l?incontro. L?ong PeaceWaves che si occupa di educazione alla mondialità e alla pace propone ai suoi soci, alle scuole (tra cui i 300 istituti coinvolti nel suo circuito di lezioni), agli enti locali e agli altri partners di elaborare insieme un progetto per l?acquisto dei filtri da parte delle scuole, delle province, dei comuni e di altri persone siano esse fisiche o giuridiche. Inquesto modo si renderà la vita più facile e più sicura alla popolazione del Bangladesh che oggi è di circa 140 milioni di abitanti. Sono necessari 15 milioni di filtri a 25 dollari l?uno (per l?ammontare di 787 miliardi e 500 milioni circa). ?Un impegno notevole ma che potrebbe essere diviso in modo che 5/10mila filtri l?anno siano forniti dalle scuole , 20/30mila dagli enti locali, e così via ??, suggerisce Marco Braghero, educatore e presidente di PeaceWaves. ?E? necessario la verifica di ogni possibile economia di scala e la possibilità di coinvolgere le aziende produttrici”, continua Braghero incoraggiando tutti a prendere parte attiva nella progettazione. Il programma dovrà prevedere inoltre una prima installazione guidata, la formazione all?uso, una formazione sull?uso dell?acqua e sulle misure di prevenzione, tenendo conto sia della cultura locale sia del basso grado di alfabetismo presente. Il progetto ?Acqua all?Arsenico? No grazie? dovrebbe durare 5 anni nel corso dei quali, ong, l?Unep e le autorità locali dovranno costruire una soluzione duratura la problema. Qualcuno vuole aggiungere le sue idee e il suo impegno? Info: 0115606416


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